LE TORRI COSTIERE A NARDÒ a cura di Serena Falconieri e Stefano Manca volontari del Servizio Civile Nazionale presso Pro Loco Santa Maria al Bagno
Le torri “della serie di Nardò” sono differenti da quelle tipiche del regno di Napoli e più simili alle torri delle masserie.
Le torri viceregnali hanno, infatti, la caratteristica di essere di piccole dimensioni, prive di qualsiasi impianto decorativo e legate alla essenzialità. Sono, praticamente, semplici torri d’avvistamento dalla pianta quadrata, con un ingresso al piano superiore a cui si accede attraverso una scala. L’unico piano agibile comprende solo un locale voltato a botte.
L'imponente "serie delle torri di Nardò" sorge lungo una costa di circa trenta chilometri. Si tratta di cinque torri a cui, in seguito, sono state aggiunte quelle di Uluzzu e Inserraglio, di tipo viceregnale, che completano la linea difensiva.
Tutte le torri sono poste ad intervalli regolari a una distanza media di due chilometri e mezzo.
Dal punto di vista tipologico le torri della serie di Nardò si differenziano da quelle viceregnali innanzitutto per le dimensioni, ma anche per la presenza di una monumentale scala fissa di accesso al piano agibile.
La pianta fissa è a forma quadrata e scarpata alla base. Sono dotate, al secondo piano, non di feritoie (che ritroviamo nelle torri viceregnali), ma di vere e proprie finestre.
Le scale interne, che portano al terrazzo, sono ricavate nelle mura perimetrali che hanno, di solito, uno spessore di tre metri. Le coperture sono a botte. Molto spesso sul terrazzo erano poste delle guardiole di rifugio per la sentinella.
Il materiale di costruzione è generalmente tufo o in carparo.
Poco si sa su chi le abbia commissionate. L’ipotesi più accreditata è che sia stato il feudatario della zona.
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